Un pò di chiarezza...

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Umidità di risalita: soluzioni a confronto
L’umidità di risalita è una tra le cause più frequenti di degrado delle murature. Mettiamo a confronto le diverse tecniche di risanamento utilizzate.

L’umidità di risalita è causata dalla presenza di acqua nel terreno. L’umidità presente nel sottosuolo può giungere alla base della muratura e, sfruttando il principio della capillarità, salire attraverso la parete. Tale processo può essere agevolato dalla presenza di sali. Il fenomeno dell’umidità di risalita interessa solitamente le pareti che si trovano sotto il livello del suolo (muri controterra) e al piano terra.
Vi sono delle caratteristiche particolari che permettono di distinguere l’umidità di risalita da altre forme di umidità sui muri, come la condensazione. I tratti distintivi sono:
  • la macchia è uniforme, e procede dal pavimento verso l’alto;
  • il bordo della chiazza è ben definito, e di solito non supera l’altezza di un metro;
  • la macchia persiste anche al variare delle condizioni climatiche e del tasso di umidità relativa
  • la presenza di sali durante i periodi di elevata evaporazione ambientale
Le soluzioni
La tecnologia del recupero edilizio fornisce oggi diverse soluzioni al problema dell’umidità di risalita:
  • interventi meccanici: taglio della parete alla base e inserimento di materiali che bloccano la risalita dell’umidità
  • interventi elettrosmotici: inversione della direzione dell’acqua tramite corrente elettrica
  • intonaci evaporanti: intonaci macroporosi che, grazie alla loro velocità di evaporazione, assorbono rapidamente l’acqua dalla parete restituendola all’ambiente
  • interventi chimici: creazione di una barriera chimica all’interno della muratura.
Interventi meccanici
Il taglio meccanico blocca definitivamente la risalita d’acqua per capillarità, favorendo l’asciugatura completa della muratura. I valori di coibentazione vengono ripristinati. Tuttavia è una tecnica invasiva, che può comportare lesioni, cedimenti o assestamenti della struttura. Questo sistema è quindi sconsigliato nelle zone sismiche, come l’Italia.
Qui un video dell'esecuzione in cantiere: Video taglio meccanico




   Interventi elettrosmotici
L’applicazione di corrente elettrica, grazie al processo dell’osmosi, provoca la ridiscesa dell’umidità verso la pavimentazione. Metodologia efficace, ma con grandi limiti a livello temporale. Il processo di asciugatura lascia i sali all’interno della parete. Quando tali sali solubili superano una determinata quota, l’elettrosmosi risulta inefficace e si deve procedere alla
desalinizzazione della struttura.


 

Intonaci evaporanti
Gli intonaci macroporosi non risolvono il problema alla radice. La muratura si presenta apparentemente asciutta per alcuni anni. L’interno però rimane perennemente umido, con fortissima dispersione termica ed accumulo di sali sulla superficie degli intonaci sino alla saturazione degli stessi con ripresa dei fenomeni disgregativi. Questa tecnica funziona bene come sistema addizionale, ma non come soluzione unica.


 

Vespai areati e convogliatori
Tutti i sistemi di aerazione che si possono ottenere con svariate metodologie, tra le quali canalette con griglie, canalizzazioni d’aria tra vespai areati e murature esterne, sifoni aeratori passanti, non passanti, inseriti a varie angolazioni con alette elicoidali ecc., non eliminano il alcuna maniera la risalita d’acqua per capillarità. Ciò in quando il contatto della muratura stessa con il terreno rimane invariata;a di tali dispositivi favorisce un maggior accumulo di sali sulle superfici stesse, accelerandone il più delle volte il degrado.
I notevoli vantaggi che si ottengono in ogni caso con l’utilizzo dei citati vespai areati riguardano esclusivamente le pavimentazioni che risultano sicuramente più asciutte ed isolate termicamente. Proprio per questo motivo si sconsiglia di collegare il vespaio areato con l’esterno, anche per evitare alloggiamenti indesiderati di piccoli roditori ed animali in genere.


                                                   Iniezioni di resine occludenti
Le barriere chimiche realizzate con iniezioni a bassa o alta pressione a base di resine occludenti del tipo epossidico, poliestere, poliuretanico, acrilico, etc. producono indubbiamente benefici da un punto di vista statico alla struttura (consolidamento della zona interessata), ma difficilmente riescono a garantire una distribuzione omogenea all’interno della muratura per realizzare nella stessa uno strato impermeabile continuo e uniforme, che interrompa definitivamente la risalita capillare. Le resine iniettate, infatti, tenderanno inevitabilmente a seguire le vie preferenziali prodotte dalle malte allettamento oppure andranno a saturare le fessurazioni e i vuoti presenti in tutti gli edifici di vecchia costruzione.
I vantaggi effettivi risulteranno quindi in funzione dell’omogeneità del materiale da costruzione interessato, oltre all’altezza della barriera stessa, che non dovrebbe mai essere inferiore a circa 50cm di spessore e realizzata almeno su tre/quattro livelli.


Barriera chimica a lenta diffusione non occludente.
La certezza del risultato che questo genere di barriera assicura nel tempo può essere sintetizzata in questi punti di forza:
  1. le resine utilizzate sono a base di silani e polisilossani ad alta concentrazione contenenti specifici agenti penetratori e non presentano i limiti dei formulati a base siliconica;
  2. la metodologia utilizzata per l’imbibizione è quella della lenta trasfusione, che è l’unica a garantire la sostituzione dell’acqua presente all’interno dei capillari con il formulato;
  3. La cannuccia in cartone non trattato o altro materiale simile permette il passaggio del formulato per osmosi solo ed esclusivamente dove vi è contatto con il muro da trattare evitando gli sprechi di resina o la cattiva diffusione della stessa.
  4. Grazie a queste caratteristiche questo genere di barriera chimica è l’unica che possa contrastare efficacemente l’umidità di risalita capillare facendo asciugare totalmente il muro e permettendo di ripristinare i valori di resistenza termica del muro stesso. Per questo motivo, in zone molto umide, è consigliato di eseguire una barriera chimica prima di procedere alla creazione di un cappotto termico della struttura; ovviamente la barriera chimica deve essere fatta con ampio anticipo in modo tale da permettere al muro di asciugarsi completamente. L’iniezione all’interno del muro di sostanze idrofobizzanti ha la stessa efficacia dell’intervento meccanico, ma non comporta problemi per la solidità della struttura. Il sistema è meno invasivo e, grazie alle tecniche di ultima generazione, di facile applicazione. Risolve il problema dell’umidità di risalita in modo definitivo. Video barriera chimica "Per assorbimento"
           

                                  Altre tipologie di risanamento

SMERALDO 88 - IONIZZATORE PASSIVO:
E’ adatto per murature di ogni tipo e spessore: la tecnologia “Lavora” sulle correnti vaganti all’interno dei muri annullando la densità elettrica; ha la capacità di prosciugare muri umidi in tutto il loro spessore compresi quelli nascosti da intercapedine o isolanti termici.



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                                                                  Aquapol:
                                                            
L'apparecchio viene dimensionato a seconda dell'edificio da prosciugare, poiché il suo raggio d'azione, che attraversa muri e pareti, può raggiungere dai 70 ai 400 mq di superficie piana.
L'energia utilizzata da Aquapol è la stessa energia con la quale convivono tutti gli esseri viventi da quando esiste la terra. La funzione dell'apparecchio è solo quella di invertire la direzione di questa energia senza creare scompensi biologici, bensì un effetto benefico per tutte quelle forme di vita che si trovano sopra le zone geopatogene (ossia zone con elevate radiazioni terrestri, per esempio disturbi causati da falde acquifere, ecc.) Video aquapol

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                 Biodry:
Con la scoperta di un fenomeno fisico legato al magnetismo terrestre il sistema BIODRY Technology, può invertire il flusso di corrente, causato dalle interferenze sopra indicate, e permettere ai muri di asciugarsi.
Semplicemente invertendo la direzione del flusso di corrente la molecola d'acqua nel muro cambia la sua direzione e l'umidità presente nei muri  ritorna nelle fondamenta del muro e nel terreno. Video Biodry



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